L'America Latina non trova molto spazio sui media italiani. Questo blog cerca di colmare una piccola parte di questo vuoto, attraverso l'adattamento in italiano di notizie sulla politica e l'economia latinoamericane scovate su quotidiani stranieri. Naturalmente, non mancherò di citare e segnalare siti e articoli in lingua italiana, quando se ne presenterà l'occasione. Buona lettura!

giovedì, novembre 16, 2006



Ho aspettato a dare questa notizia, perché i dati non erano definitivi.
I risultati finali confermano la vittoria di Ortega alle elezioni presidenziali in Nicaragua.
Il presidente del Consiglio Supremo Elettorale ha annunciato la vittoria di Daniel Ortega, líder della coalizione della sinistra nicaraguense, una volta terminato il lungo scrutinio dei voti del 5 novembre scorso. Ortega ha anche ottenuto la vittoria alle legislative, dato che il suo partito, i Frente Sandinista de Liberación nacional, ha ottenuto la maggioranza relativa in Parlamento, con 38 diputati su 90. Ortega ha ottenuto il 37,99% dei voti contro il 28,30% del suo rivale più prossimo. Eduardo Montealegre, risultato che gli ha permesso, secondo le norme elettorali del Nicaragua, la vittoria già al primo turno. Ortega assumerà la presidenza il prossimo 15 dicembre, la seconda volta dopo il periodo di rivoluzione e guerra civile tra il 1979 ed il 1990.
http://www.elpais.es/

Dal giornale di sinistra, L'Unità, un commento sulla vittoria:
L'ex leader rivoluzionario marxista, che negli anni Ottanta guidò la guerra civile contro i ribelli finanziati dagli Stati Uniti, potrebbe farcela già al primo turno. [...] Ortega è stato appoggiato apertamente dal presidente venezuelano Hugo Chavez, mentre gli Stati Uniti non hanno fatto mistero di preferire il conservatore Eduardo Montealegre come successore di Enrique Bolanos. Il leader sandinista ha denunciato forti ingerenze da parte di Washington, come in un rigurgito del passato, quando la piccola e poverissima repubblica centroamericana si trovava nel mirino della Guerra Fredda: i sostenitori di Somoza erano spalleggiati da Ronald Reagan, mentre i sandinisti contavano su Fidel Castro e Mosca. [...] Secondo il diessino Franco Grillini la vittoria di Ortega sarebbe tutt'altro che una buona notizia. Il leader storico dell'Arcigay, anzi, la bolla come «segno della restaurazione e della conservazione reazionaria». Una provocazione motivata con alcuni fatti: «Non solo il vice è un esponente della "contra", la guerriglia di destra appoggiata a suo tempo dagli Usa, ma in queste elezioni presidenziali l'ex leader sandinista ha avuto il sostegno della gerarchia cattolica, una delle più reazionarie del mondo». In cambio di questo sostegno, e di una legge elettorale favorevole, Ortega ha appoggiato prima del voto la legge che vieta l'aborto terapeutico e avrebbe promesso ai vescovi la difesa della legislazione che punisce le relazioni omosessuali fra adulti consenzienti.
www.unita.it