Gli evangelici guadagnano terreno in Brasile
Il prossimo mese di maggio, Papa Benedetto XVI visiterà per la prima volta il Brasile , uno dei paesi più cattolici al mondo e vera e propria riserva della fede per la Chiesa di Roma, con i suoi 182 milioni di abitanti. Ció nonostante, papa Ratzinger, che a capo della Congregazione per la dottrina della fede lottò a lungo contro i teologi della liberazione brasiliani (cfr. info in wikipedia), si troverà di fronte un fenomeno che preoccupa seriamente la Chiesa: la crescita dell chiese evangeliche, da alcuni considerate delle vere e proprie sette. In questo momento, il Brasile è considerato il paese con il maggior numero di fedeli appartenenti alle cosiddette chiese neopentecostali: 24 milioni, circa il 45% dei quali proviene dal cattolicesimo, chiesa che, ogni anno, subisce la perdita di 1 milione di fedeli. Le chiese evangeliche brasiliane che contano con il maggior numero di fedeli portano i nomi di Chiesa Universale del Regno di Dio, di Assemblea di Dio e Rinascere in Cristo. Le chiese evangeliche reclutano i nuovi fedeli tra gli strati sociali più poveri, soprattutto nelle periferie delle città, dove l’influenza del cattolicesimo, più intelletuale e vicino alla classe media, ha perso molto terreno. La chiesa cattolica ha perso misticismo e interesse agli occhi dei più poveri, che si sentono meglio accolti nei gruppi degli evangelici, dove ricevono forti dosi di appoggio e assistenza. Gli evangelici hanno un’altra caratteristica particolare: le loro chiese partecipano direttamente alla politica. In parlamento sono stati eletti ben 40 deputati evangelici, la maggior parte pastori o vescovi delle chiese neopentecostali. Allo stesso tempo, molti di loro sono stati coinvolti in inchieste contro la corruzione finanziaria, anche perché le chiese cui appartengono sono molto ricche, in parte per la obbligazione per i fedeli di pagare le decime. Un’altra caratteristica degli evangelici è il fervore religioso. Un’altissima percentuale, l’85%, partecipa regolarmente ai riti religiosi, e circa il 51% afferma di leggere regolarmente la Bibbia, in contrapposizione alle percentuali netamente più basse che si registrano tra i cattolici. Un'altra delle ragioni dello sviluppo rapido delle chiese evangeliche è la facilità con cui si diventa pastori o vescovi. Non sono necessari 7 o 8 anni di seminario in studi di filosofia e teologia, come nel caso dei sacerdoti cattolici. Chiunque, con un minimo di formazione religiosa, può diventare pastore di una chiesa. Non sono neppure obbligati al celibato e, inoltre, i fedeli non vedono di cattivo occhio il fatto che i loro pastori vivano bene, vestano bene, portino belle macchine e partecipino alla vita politica.
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