L'America Latina non trova molto spazio sui media italiani. Questo blog cerca di colmare una piccola parte di questo vuoto, attraverso l'adattamento in italiano di notizie sulla politica e l'economia latinoamericane scovate su quotidiani stranieri. Naturalmente, non mancherò di citare e segnalare siti e articoli in lingua italiana, quando se ne presenterà l'occasione. Buona lettura!

giovedì, marzo 01, 2007


Il ritorno alle pensioni pubbliche in Argentina

Nel parlamento argentino è stata approvata la riforma del sistema pensionistico, promossa dal presidente Kirchner. Si tratta di un provvedimento che rappresenta in pratica il seppellimento di uno dei pilastri delle riforme economiche su cui si basò la política del presidente Menem negli anni ’90. Menem mise in atto la privatizzazione obbligatoria del sistema pensionistico, ma ora Kirchner ha fatto marcia indietro instituendo un sistema misto dove il sistema pubblico tornerà a rappresentare una quota crescente del totale. In un anno di elezioni presidenziali come questo il progetto ha anche una forte valenza simbolica. Con la nuova legge i lavoratori argentini potranno, 14 anni dopo la riforma Menem, sceglier tra continuare a rimanere nel sistema privato (a capitalizzazione) o ritornare al pubblico (a ripartizione), una possibilità che nel 1993 gli era negata. La privatizzazione a quell’epoca fu circondata da polemiche non solo nel merito ma anche per il metodo, poiché la legge non fu rimandata al Congresso per il voto finale, sebbene la Camera volesse modificare vari articoli, come prescrive la Costituzione argentina. Inizialmente fu concesso un anno di tempo ai lavoratori per scegliere tra rimanere nel sistema pensionistico pubblico oppure aderire al nuovo sistema gestito dalle cosiddette AFJP (Amministratrici di fondi pensione) private. La legge stabiliva che una volta compiuta la scelta questa fosse irreversibile. Ció nonostante milioni di lavoratori si videro trasferiti al sistema privato senza la loro approvazione. Inoltre, gli “indecisi”, ossia le persone che facevano il loro ingresso nel mondo del lavoro. erano fino ad ora assegnati automaticamente al sistema privato. Attualmente il sistema pensionistico conta 11,3 milioni di affiliati al sistema privato, distribuiti tra 11 gestori, dei quali soltanto 4,3 milioni apportano contributi. Tra i gruppi proprietari delle AFJP si contano molte banche straniere, come le spagnole Banco de Santander e BBVA. Nel sistema pubblico erano rimasti 2,5 milioni di affiliati, mai assegnati al sistema delle AFJP, i quali contribuivano in media con l’11% del proprio stipendio al sistema pubblico, sebbene tale percentuale fosse stata abbassata al 7% dopo la catastrofe economica del 2001. Le AFJP hanno da allora chiesto un ritorno all’aliquota precendente, dal momento che in questo modo si genera una discriminazione nei confronti dei loro clienti, ma il Governo non ha finora acconsentito alla richiesta. Un altro dei seri problemi del sistema pensionistico argentino risiede nel fatto che circa il 43% per cento della forza lavoro del paese lavora in nero e non paga contributi. Un altro dato dimostra l’urgenza di garantire e migliorare il sistema: la pensione minima è di 132,50 euro, al di sopra della linea di indigenza (103 euro) ma al di sotto della linea ufficiale di povertà, fissata a 225 euro. Con la legge ora approvata, i lavoratori avranno un periodo di 6 mesi per scegliere il trasferimento dal sistema privato al pubblico, scelta che potranno rinnovare ogni 5 anni. Quando manchino 10 anni per il pensionamento, l’opzione scelta diventerà definitiva. Quei lavoratori che abbiano risparmiato presso le AFJP meno di 5000 euro saranno trasferiti direttamente al sistema pubblico. Secondo alcuni esperti economisti la scelta più redditizia sarà quella di rimanere nel sistema privato fino ai 40 anni per poi passare al sistema pubblico. Le opinioni sono concordi nel sostenere che la riforma beneficerà le classi meno abbienti, tutto ciò in un anno elettorale, mentre i più ricchi rimarranno probabilmente nel sistema delle AFJP. Alcuni criticano la mancanza di studi sull’impatto che la riforma avrà sui conti dello stato. Secondo altri il progetto raffigura perfettamente la strategia del presidente Kirchner di rafforzamento del ruolo dello Stato e, di conseguenza, di un aumento delle entrate fiscali. Nel frattempo le AFJP si sono mostrate caute nella valutazione del provvedimento. La tesi ufficiale della loro associazione è che la nuova legge consentirà la complementarietà tra sistema privato e pubblico. mentre allo stesso tempo annunciavano una redditività del settore “storicamente impressionante”.

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