L'America Latina non trova molto spazio sui media italiani. Questo blog cerca di colmare una piccola parte di questo vuoto, attraverso l'adattamento in italiano di notizie sulla politica e l'economia latinoamericane scovate su quotidiani stranieri. Naturalmente, non mancherò di citare e segnalare siti e articoli in lingua italiana, quando se ne presenterà l'occasione. Buona lettura!

lunedì, marzo 05, 2007


Primo appoggio sindacale ai Senza Terra in Brasile


Il Movimento dei Senza Terra (MST) brasiliano ha ottenuto per la prima volta, durante il periodo dei carnevali, appoggio sindacale. I Senza Terra infatti hanno realizzato 14 occupazioni di terre nello stato di San Paolo, con la partecipazione della Central Única de los Trabajadores (CUT), la principale confederazione sindacale del paese, tra le cui fila si contano 300 sindacati. Si tratta di un fatto senza precedenti nella storia dell’MST, e perció ha provocato reazioni di ogni genere, anche dentro al sindacato. Il CUT ha finito per dividersi: mentre la direzione nazionale appoggiava l’iniziativa di sostegno alle occupazioni, in quanto “considera giusta la lotta per la riforma agraria”, la coordinatrice regionale comunicava la sua posizione contraria, poiché la “CUT è a favore della riforma agraria però non partecipa alle occupazioni”. All’origine della polemica vi è l’atavica cattiva distribuzione delle terre in Brasile, che produce forme di lotta per ottenere quella riforma agraria che nessun governo ha voluto o potuto fare, neanche quello di sinistra di Lula e che comporterebbe molte trasformazioni di carattere economico e sociale. In Brasile esistono ancora 371 milioni di ettari adatte all’agricoltura, vale a dire un territorio pari alle superfici di Argentina, Francia, Germani e Uruguay insieme. Solo una parte minuscola di questa terra è coltivata. Più del 50% è adibita a pascolo per l’allevamento. Fino allo scorso decennio, quasi metà della terra coltivabile apparteneva a meno dell’1% dei proprietari e un 3% soltanto apparteneva a 3,1 milioni di piccoli agricoltori. Anche in comparazione con i paesi vicini, il Brasile è lider nella concentrazione di terra. In un paese che si è industrializzato e urbanizzato a ritmi vertiginosi, il processo di riforma agraria è lento e ferraginoso. Non è sufficiente distribuire la terra, ma bisogna sostenere i nuovi piccoli proprietari, che se non riescono a far fruttare a sufficienza per garantirsi la sopravvivenza rischiano di essere costretti ad abbandonarla. Le occupazioni di terra hanno causato centinaia di morti fin dal 1985. L’MST ha 19 anni di storia e 1,5 milioni di iscritti. È considerato il più grande movimento contadino di sinistra di tutto il Sudamerica e ha già ottenuto terra per 350.000 famiglie, grazie alle occupazioni e alle terre che il governo espropria considerandole improduttive. Il PT, braccio politico dell’MST, e il suo presidente Lula promisero all’inizio del loro governo che avrebbero dato pacificamente la terra ai bisognosi, ma le promesse non si sono mai compiute e il MST si è sentito tradito al punto da aver fatto più occupazioni di terra negli ultimi 4 anni che in tutto il periodo precedente. Adesso l’alleanza dell’MST con il maggior sindacato del paese preoccupa Lula, poiché gli dimostra come il problema di effettuare una riforma agraria seria e moderna, capace di finire con le ingiustizie del latifondo ma anche con la violenza nei campi, sia come sempre una delle priorità del Brasile.



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