L'America Latina non trova molto spazio sui media italiani. Questo blog cerca di colmare una piccola parte di questo vuoto, attraverso l'adattamento in italiano di notizie sulla politica e l'economia latinoamericane scovate su quotidiani stranieri. Naturalmente, non mancherò di citare e segnalare siti e articoli in lingua italiana, quando se ne presenterà l'occasione. Buona lettura!

mercoledì, gennaio 31, 2007


Centinaia di sostenitori del presidente dell'Ecuador prendono d'assalto il Congresso

Centinaia di sostenitori del nuovo presidente dell'Ecuador, Rafael Correa, hanno fatto irruzione nell'edificio del Congresso, obbligando i diputati ad evacuare l'edificio. I manifestanti hanno assalito il Parlamento per forzare l'approvazione di un referendum per la convocazione di un'Assemblea Costituente, una promessa del presidente Correa fin dall'inizio del suo mandato.

La legge dell'Ecuador però richiede l'approvazione del Parlamento per i referendum indetti dal Presidente. La Commissione degli Affari Costituzionali del Congresso ha quindi rigettato il progetto presidenziale (dopo che il Tribunale Superiore Elettorale le aveva rinviato la questione) per cui si sono scatenate le proteste popolari. "Si tratta della lotta fra il potere di pochi contro la volontà della maggioranza. Un 60% dei diputati blocca una consultazione popolare per convocare un'Assemblea Costituente che vuole l'80% della popolazione" ha affermato Correa, "si dimostra il collasso della nostra democrazia e quanto sia necessaria questa Assemblea". Nel frattempo i deputati studiano trasferire la sede del Parlamento in un altra città per la minaccia di nuove proteste popolari.

sabato, gennaio 27, 2007

Lula pronostica una Comunità Sudamericana di Nazioni

Il presidente brasiliano Lula ha pronosticato l’integrazione graduale tra i blocchi regionali esistenti fino alla creazione di una ‘Comunidad Suramericana de Naciones’. “Non è mai esistito un clima politico così favorevole”, ha aggiunto. In linea con questo ottimismo si è svolta il 33º vertice del Mercosur a conclusione del semestre di presidenza brasiliana. "Il Mercosur che stiamo costruendo non è più solo degli stati e delle aziende, sino di tutto il popolo”, ha detto il ministro degli esteri brasiliano. Il prossimo semestre sarà presieduto dal Paraguay, una delle economia più deboli del Mercosur, composto da Argentina, Brasile, Uruguay, Paraguay e Venezuela (dall’anno scorso), e con Ecuador, Cile, Colombia, Perú e Bolivia come Stados associati. In questo vertice tra le altre cose, la Bolivia ha presentato formalmente la sua richiesta di adesione piena all’organizzazione con l’appoggio del presidente venezolano Chavez, anche se Morales ha chiesto profonde riforme dei blocchi regionali. Il presidente Argentino, Néstor Kirchner, da parte sua, ha riconosciute le difficolta che attraversa il Mercosur, ma ha sostenuto l’importanza dell’integrazione regionale come strumento per proteggere la sovranità dei paesi sudamericani. Infine i presidenti del Brasile e del Venezuela hanno sottoscritto la dichiarazione per l’inizio della prima fase di costruzione del Gasodotto del Sud, che con 5000 km dovrebbe costituire la spina dorsale dei collegamenti energetici della regione.

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Mais, cibo o combustibile?

Il forte aumento nell’uso del mais per produrre etanolo negli USA sta scuotendo il mercato mondiale dei cereali. Il prezzo del mais è raddoppiato nel mercato di Chicago (dove si fissano i prezzi internazionali) negli ultimi dodici mesi ed è ai massimi degli ultimi 10 anni. Questo nonostante il raccolto del mais statunitense sia stato il terzo maggiore della storia. Gli Usa possono squilibrare il mercato mondiale alimentare già che la produzione americana rappresenta il 40% del raccolto mondiale di mais ed il 70% dell’esportazioni totali del prodotto. Appare evidentente come l’uso di una cuota maggiore di mais per la produzione di carburante possa provocare una crisi alimentare, senza dimenticare che il mais viene usato anche nell’allevamento intensivo di bovini, maialini e pollame. Gli Stati Uniti premono per i biocombustibili no solo perché inquinano meno ma soprattutto per ridurre la loro dipendenza dal Medio Oriente. In effetti molti esperti ambientalisti chiamano i biocombustibili i “diesel della deforestazione” perché se da un lato le emissioni prodotto sono meno, dall’altro l’elevata domanda di prodotti agricoli stimola l’ampliamento della superficie coltivabile, a spese delle aree forestali.

Dall’altra parte della frontiera, l’aumento del prezzo del mais sta creando una vera e propria crisi politica. Questo cereale costituisce l’elemento base della dieta dei messicani oltre che di buona parte degli altri latinoamericani. Le classi più povere sono le più colpite e le proteste popolari stanno crescendo nonostante i tentativi del presidente messicano Calderòn di controllare il problema. L’aumento del prezzo delle ‘tortillas’, prodotte dal mais e equivalente del nostro pane, è il principale tema dell’attualità politica messicana, al pari della lotta al narcotraffico. Bisogna ricordare tra l’altro che il 45% dei polli ed il 20% dei maiali si alimentano con il cereale. "Bisogna mettere a dieta polli, galline e porci perché non trangugino tutto il mais e ne lascino un po’ agli umani”, ha scritto un commentatore su un giornale messicano.

Il Messico produce 21,3 milioni di tonnellate di cereali l’anno, ma il suo consumo per alimentazione e allevamento è pari a 39 milioni di tonnellate. Il deficit di 17,7 milioni di tonnellate viene coperto dalle importazioni dagli USA. Un impatto sull’inflazione messicana sarà quindi inevitabile e colpirà le fasce per cui la spesa alimentare costituisce il capitolo più importante, i più poveri. In Messico si parla ormai di “etanoinflazione” dato che la fonte dell’aumento di prezzo deriva dall’aumento della domanda di etanolo. La trasformazione del mais in energia viene inoltre incentivata con forti sussidi ai produttori agricoli USA e alle raffinerie di etanolo. Quello che questa vicenda insegna è da un lato l’enorme dipendenza del Messico dal suo vicino del Nord, dall’altro gli effetti indesiderati che scelte di politica economica nei paesi sviluppati possono determinari nei paesi del Sud del mondo.

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venerdì, gennaio 12, 2007


Scontri violenti in Bolivia: due morti e decine di feriti
Si sono verificati scontri violenti a Cochabamba tra i sostenitori del governatore Reyes Villa, che spinge per l’autonomia della provincia, e i cocaleros affini al presidente Evo Morales, che chiedono le dimissioni del potentato regionale. Tutto è cominciato cuando alcuni giovani di classe media e alta appartenenti al gruppo Juventud para la Democracia hanno cercato di rompere l’assedio alla città che da alcuni giorni i sostenitori di Evo Morales hanno intavolato. Ci sono state risse, bastonate, e alcuni spari. La polizia non è riuscita a controllare la situazione. Il dirigente del sindacato Central Obrera Departamental (COD), Víctor Mitma, tra gli organizzatori delle proteste contro Reyes Villa, ha assicurato di avere notizia di almeno due vittime mortali. Il conflitto è cominciato lo scorso lunedì con l’attacco di gruppi di contadini alla sede della prefettura di Cochabamba reclamando le dimissioni di Reyes Villa contro la sua decisione di convocare un referendum popolare sull’autonomia del distretto. Il governo nazionale ha chiesto a Reyes Villa che rinunci alla consultazione dato che significherebbe ignorare il risultato del referendum tenuto lo scorso luglio quando la maggioranza degli abitanti di Cochabamba rifiutarono l’ipotesi autonomista.
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giovedì, gennaio 11, 2007


Inizia il mandato di Daniel Ortega come presidente del Nicaragua
Il lider sandinista Daniel Ortega ha assunto il potere come presidente del Nicaragua in un cerimonia alla quale hanno preso parte 14 capi di Stato di tutto il mondo e che è stata seguita da quasi 300.000 persone a Managua, la capitale del paese. Il giuramento ha avuto luogo nella Plaza de los Países No Alineados. L’atto è cominciato con un ritardo di 1 ora e mezza rispetto alle previsión, perché le autorità nicaraguensi hanno deciso di atenderé l’arrivo del presidente venezuelano Chávez, che in giornata aveva inaugurato il suo terzo mandato. Ortega, 61 años, ritorna al governo del suo paese dopo 17 anni fra grandi aspettative in attesa di conoscere quali saranno le prime misure che proporrà per compiere la sua più grande promessa: erradicare la povertà che colpisce il 70% della popolazione nicaraguense. Per prima cosa, il lider sandinista firmerá un ambizioso accordo di cooperazione con il Venezuela, che includerà apporti venezolani per la generazione di elettricità e petroleo. Questo avvicinamento a Chávez è visto con sospetto a Washington, che del resto non ha risparmiato gli sforzi per impedire la vittoria di Ortega nelle urne nel novembre scorso.

mercoledì, gennaio 10, 2007


Chavez annuncia la nazionalizzazione della principale compagnia telefonica venezolana

Il presidente del Venezuela Chavez ha presentato il suo nuovo governo, due giorni prima di inaugurare il suo nuovo mandato di 6 anni. Ha approfittato per annunciare che chiederà al Congresso (in cui ricordiamo l’opposizione non è rappresentata, avendo boicottato le ultime elezioni) poteri speciali per riformare “in profondità” la Costituzione verso la costruzione della “Repúbblica Socialista del Venezuela”. Per prima cosa vuole nazionalizzare la principale compagnia telefónica del paese, la CANTV, privatizzata nel 1991, e altre aziende considerate strategiche dai “chavisti”, tra cui alcune elettriche. Chavez ha anche attaccato il segretario generale dell’Organizzazione degli Stati Americani (OEA) che lo aveva criticato per la decisione di non rinnovare la licenza del canale privato di televisione RCTV, rifiutando ogni ingerenza esterna nella politica interna del paese.