Cari amici, fra una settimana ho un esame molto importante, in cui devo discutere di ció a cui ho lavorato in questo anno qua a Madrid. Qualche giorno dopo devo presentare il progetto a cui intendo lavorare per la mia tesi dottorale. Vi dico tutto questo per scusarmi se dovessi sparire per più tempo del dovuto. Intanto vi riporto una notizia púbblicata oggi sulla Repubblica.
Caracas, uno striscione lungo un chilometro contro la chiusura della televisione
Rctv, un'emittente popolarissima - la sola a coprire tutto il territorio venezuelano insieme a Vtv - che va in onda dal 1953, è considerata troppo critica dal presidente, che l'accusa anche di aver simpatizzato con il colpo di stato che cinque anni fa l'aveva spodestato per due giorni.
Così, dopo la manifestazione di sabato scorso che aveva raccolto l'adesione di migliaia di partecipanti e attirato l'attenzione internazionale, oggi il corteo è sfilato davanti alle sedi alle sedi in Venezuela dell'Unione europea (Ue) e della Organizzazione degli Stati americani (Osa) e il movimento di protesta ha ricevuto la solidarietà di associazioni di difesa della libertà di stampa di tutto il mondo.
Secondo un sondaggio dell'istituto Datanalisis il 70% dei venezuelani disapprova l'oscuramento di Rctv. La decisione di non rinnovare la concessione, infatti, avrebbe come effetto quello di limitare alla sola Globovision il panorama audiovisivo nazionale anti-governativo. Con l'aggravante che Globovision è un canale che si vede solo nella capitale.
Gregorio Salazar, segretario generale del Sindacato nazionale dei lavoratori della stampa (Sntp) commentando la manifestazione di oggi ha detto che si è trattato di "un atto profondamente emotivo". "Ci conforta moltissimo - ha aggiunto - vedere colleghi di tutti i media impegnati in questo sforzo con spirito di grande unità".
Le speranze di Marcel Granier, presidente del gruppo 1BC che controlla l'emittente e che dal governo è accusato di violazione della legge in materia di gestione delle emittenti radiotelevisve, sono ormai legate solo al tenue filo di una possibile sentenza favorevole della sezione politica-amministrativa del Tribunale supremo di giustizia. O, magari, ad una levata di scudi internazionale capace di bloccare in qualche modo i piani del governo di Caracas.
Intanto, alla mezzanotte del 27 maggio cesseranno le trasmissioni di Rctv e cominceranno sulle onde del Canale 2 quelle di Televisora Venezolana Social (Tves), fortemente voluta dal capo dello Stato come "esempio di un modo radicalmente diverso di fare comunicazione".
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